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    Yoga

    Il Pratyahara

    il pratyahara

    Oggi ci occupiamo del quinto ramo degli otto di Patanjali: il Pratyahara , traducibile come il ritiro dei sensi, il ponte che ci porta verso la parte più spirituale di questo viaggio. Da una ricerca esteriore infatti qui c’è il passaggio verso una ricerca interiore.

    “Pratyahara è il ritirarsi dei sensi, della mente e della coscienza dal contatto con gli oggetti esterni per ricondurli poi verso il veggente.” – (Yoga Sutra II, 54)

    Dopo aver messo in pratica Yama, Nyama, Asana e Pranayama, il passo seguente è quello di liberare la mente da tutto ciò che la occupa in maniera non salutare, per poterci concentrare esclusivamente sulla nostra interiorità.

    Se tramite le tecniche del Pranayama si impara a gestire e indirizzare il Prana, mentre attraverso il Pratyahara si imparano a gestire gli stimoli interiori.

    Gli Indriyas

    Nella tradizione indiana i sensi, Indriyas, si possono suddividere in Jnana Indriyas che sono i nostri 5 sensi (udito,vista, olfatto, gusto, tatto) e Karma Indriyas che sono gli organi di azione (bocca, mani, piedi, ano e genitali. Nel mondo di tutti i giorni i sensi aiutano a fare delle scelte, per questo devono essere rivolti verso l’esterno, verso il piacere. 

    “I sensi sono la porta tra il mondo interiore e il mondo esterno […] ci forniscono un’impressione interiore del mondo che ci circonda in costante mutamento […] ci permettono di creare connessioni e danno un significato alla nostra esperienza. […] La complessa combinazione di sensazioni ed emozioni ci fornisce il tessuto emozionale dell’esperienza. […] Il modo in cui percepiamo una cosa e la sensazione che essa ci suscita sono i mezzi con cui determiniamo i valori” (Anodea Judith, Il libro dei chakra)

    Il Pratyahara, perché?

    Perché allora è necessario farlo? Questo passaggio è utile per la mente perché nel momento in cui non viene infastidita dai sensi, può cambiare il suo obiettivo dall’appagamento dei sensi  al concentrarsi nella sua ricerca interiore e avvicinarsi alla meditazione. Educando i sensi poi si imparerà col tempo ad assorbire solo le giuste impressioni, evitando quelle sbagliate che potrebbero sviarci.

    “Il Pratyahara da come risultato l’assoluto controllo degli organi dei sensi” (Yoga Sutra II,5)

    Così termina il secondo Pada degli Yoga Sutra di Patanjali. 

    Consigli di lettura:

    “Il libro dei Chakra”di Anodea Judith

     

    Vi è piaciuto questo articolo? hai provato ad applicare il ritiro dei sensi nella tua pratica di Yoga?

    Pilates o Yoga?
    Il Pranayama
    20 Marzo 2022/0 Commenti/da PierhausenKarlheinz
    Tags: dharma yoga inspired, hatha raja yoga, patanjali, Pratyahara, Yoga
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