Le Asana
Riprendiamo il nostro cammino lungo gli otto passi dello Yoga, parlando oggi del terzo punto: le Asana (posizioni).
“Sthira Sukham Asanam”, La posizione deve essere stabile e confortevole – (Yoga Sutra II, 46)
Secondo Patanjali quindi l’Asana che il Sadhaka (praticante) deve mantenere durante la meditazione deve essere stabile e non provocare sofferenza e disagio, deve imparare ad ascoltare il proprio corpo per tonificarlo e rilassarlo nello stesso tempo, senza forzare i limiti della propria anatomia. Infatti in ciascuna Asana il corpo deve essere tonificato ed in armonia con la mente, in modo che si possa rimanere il più possibile con la mente serena e il corpo stabile.
“Prayatna saithilya ananta samapattibhyam atah dvandva anabhighatah”, Quando si allenta lo sforzo e quando la mente riflette la condizione dell’infinito, allora il sadhaka non è più disturbato dalla dualità – (Yoga Sutra II, 47)
Quindi per il Raja Yoga (lo Yoga della ricerca interiore, che poi è quello di cui parla Patanjali) le Asana venivano praticate per sviluppare la capacità di rimanere seduti comodamente in una posizione per un lungo tempo, quello necessario per la meditazione.
E’ con l’Hatha Yoga (lo Yoga della maestria del corpo) che si scopre che le differenti Asana aprono canali energetici e che il controllo del corpo poteva aiutare a controllare la mente.
I testi antichi sullo Yoga dicono che in origine esistevano 8.400.000 Asana, numero che simboleggia il numero di reincarnazioni attraverso cui un individuo otteneva la liberazione dal ciclo di nascita e morte.
Col tempo però gli Yogi ridussero il numero di Asana alle centinaia ad oggi conosciute, poiché attraverso la loro pratica è possibile abbreviare il tempo della nostra realizzazione spirituale.
La leggenda di Matsyendrasana
Narra una leggenda che Shiva stesse insegnando alla moglie Parvati la pratica dello Yoga, quando ella si addormentò senza che la divinità se ne accorgesse, continuando così a parlare per altro tempo. Un pesce però rimase ad ascoltarlo: quando Shiva se ne accorse, gli spruzzò dell’acqua e lo trasformò in Matsyendra, il Signore dei Pesci, il primo maestro dell’Hatha Yoga e primo Yogi, a cui è dedicata anche un’asana.
Consigli di Lettura
- “Hatha Yoga Pradipika”
- “Teoria e pratica dello Yoga”, B.K.S. Iyengar
- “Yoga Sutra” Patanjali
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